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Non si deve mai smettere di pensare (e di sognare) in grande: questo è un po’ il nostro motto. Perché il desiderio di ampliare il DB Hotel c’è sempre stato. Oggi, che finalmente abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, ci piacerebbe raccontare cosa significano quelle quaranta camere che abbiamo aggiunto.

Lo scorso 4 giugno, giorno in cui è stata inaugurata l’ala nuova annessa alla nostra struttura, Giandomenico Allegri – assessore all’Edilizia Privata, Urbanistica e Politiche Agricole del Comune di Sommacampagna – ha detto: «È stato un lavoro notevole e importante: alla fine la volontà e la perseveranza portano a risultati come questo. È sicuramente un onore avere una struttura così bella sul territorio, che dà servizi oltre a creare posti di lavoro». È per interventi come questo che noi non possiamo che dirci soddisfatti. La nuova ala è un investimento che riequilibra i costi e migliora radicalmente le opportunità di gestione dei servizi offerti. Ma è anche la conclusione di un bellissimo percorso, una conquista che ci fa dire: ce l’abbiamo fatta. Anche se sappiamo fin da ora che non rimarremo di certo fermi a questo punto.

Da dove siamo partiti? Avevamo bisogno di un intervento rapido che ci consentisse di proseguire la nostra attività senza interruzioni. Ci preoccupavano soprattutto i problemi di inquinamento acustico e non potevamo sopportare che i nostri clienti fossero disturbati durante i lavori di ampliamento, perché non volevamo assolutamente che la qualità del servizio offerto alla nostra clientela venisse compromessa.

Il legno ci è sembrato la scelta più naturale da compiere: i tempi di costruzione si accorciano notevolmente rispetto alla tradizionale edilizia in muratura. Senza contare che il legno ha grande stabilità e proprietà antisismiche, pur essendo un materiale leggero, e consente di risparmiare significativamente non solo nei tempi di realizzazione, ma anche in termini energetici.

Ci serviva un general contractor che potesse seguirci per l’intero iter realizzativo offrendoci un’assistenza professionale e puntuale. E non potevamo che affidarci a Rubner Objektbau del Gruppo Rubner, che realizza edifici in legno chiavi in mano, personalizzati in base alle esigenze.
L’esperienza pluriennale e l’ampio know how tecnico per quanto riguarda le strutture in legno sono bastati a convincerci: il 31 luglio 2015 abbiamo commissionato a Rubner Objektbau una sopraelevazione di tre piani. La posa del primo pannello in legno lamellare è avvenuta il 5 agosto, mentre l’ultimo di copertura è stato posato il 25 dello stesso mese. In soli 21 giorni la struttura in legno XLAM era già completa, mentre la chiusura del cantiere è avvenuta a fine febbraio 2016.

Ma scegliendo Rubner abbiamo anche abbracciato la sostenibilità. Il legno è una risorsa che si rinnova rapidamente – nelle regioni alpine, infatti, in un giorno cresce una quantità di legno pari a quella che servirebbe per costruire 2160 case – e nel processo di disboscamento viene abbattuto meno legno di quanto ne cresca. Come se non bastasse, esso svolge un’importante funzione nell’assorbimento dell’anidride carbonica, che rimane immagazzinata nel materiale, e questo ha effetti positivi sul clima e sull’aria che respiriamo. I benefici di una struttura in legno si estendono anche al sistema immunitario, che si libera dalle tossine, a una regolazione del battito cardiaco, a una gestione dello stress. La qualità della vita ne risente, indubbiamente.

Uno degli aspetti più importanti, però, è che il legno da costruzione, alla fine del suo ciclo vitale, può essere riutilizzato. Ora, noi non possiamo ancora sapere cosa succederà al materiale che oggi dà forma alle nostre nuove camere, ma ci sembrava un peccato che i pezzi di legno di scarto, di troppo, venissero gettati, non trovando a loro volta una sistemazione. Ecco che allora ci è venuta un’idea: perché non dare anche a quel legno una vita, uno scopo? Perché non vivere l’idea di sostenibilità fino in fondo? È così che abbiamo deciso di realizzare i comodini che sono stati collocati in ciascuna delle nuove stanze.

Non a caso portano la scritta I am the structure / Io sono la struttura: ci serviva un espediente per rimarcare la continuità del nostro impegno nei confronti della sostenibilità. L’abbiamo trovato in questi oggetti che se ne stanno in un angolo, che non occupano tantissimo spazio, ma che sono funzionali e per noi molto significativi. Perché rappresentano uno dei modi che abbiamo per dire che niente va buttato, che tutto può avere una nuova vita.

 

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